Dopo una quasi secolare vacanza della carica presidenziale Marco Besso divenne presidente di Assicurazioni Generali nel 1909. Chi era Marco Besso e perché il titolo fu reintrodotto nel Novecento?
Personalità forte e dalle tante sfaccettature, fu l’uomo chiave di Generali per cinquant’anni. «Ecco il nostro irredento!», così lo apostrofava a Vienna il caposervizio del Ministero dell’Interno, riferimento per le pratiche aziendali, come racconta Besso nella sua Autobiografia (Roma, Fondazione Marco Besso, 1924, p. 103), che tuttavia riuscì a comporre il suo personale sentimento liberal-nazionale con l’identità di capo azienda di una compagnia cosmopolita e complessa come Generali.
Entrato in compagnia nel 1863, Besso vi fece una rapida e fortunata carriera fino alla scomparsa nel 1920. Fu assunto a vent’anni anni da Daniele Francesconi, segretario della Direzione di Venezia, allora in esilio a Milano, con il compito di acquisire il portafoglio della romana Privilegiata società pontificia di assicurazione. Negli anni successivi Besso divenne ispettore generale e procuratore, lavorando a Milano, Palermo, Bologna e Firenze, e all’estero, secondo il percorso tipico dei funzionari Generali, che maturavano esperienze sul campo in molte sedi, in Italia e in Europa, prima di ricoprire ruoli dirigenziali.
Divenne segretario generale a Trieste nel 1877, ruolo chiave di cerniera tra direzione e amministrazione, succedendo a Masino Levi, in carica per quarant’anni. Fu un momento di notevole sviluppo per la compagnia, che Besso seppe portare a dimensioni notevoli e adeguate al momento, inaugurando fronti che sarebbero diventati la cifra di Generali. In primo luogo favorì, accanto alle agenzie, la nascita di compagnie figlie specializzate in assicurazioni differenziate e radicate nei diversi territori, promuovendo così la nascita del Gruppo Generali, fisionomia allora non comune. Puntò moltissimo sull’investimento immobiliare (su questo argomento, si veda l’articolo di Silvia Stener intitolato Generali’s real estate between the end of the XIX century and the Great War – The historical headquarters, pubblicato nel 2016 da eabh, pp. 74-77), con l’acquisto ma anche l’edificazione di palazzi prestigiosi nelle principali città italiane e internazionali. Innamorato dell’assicurazione sulla vita, ne promosse la crescita, rivoluzionando non solo la resa industriale ma anche l’approccio degli agenti, colpito dal libricino di John Baxter Langley, The Life Agent’s Vademecum. Aprì infine alla partecipazione del capitale finanziario e bancario, dell’Impero asburgico e dell’Italia, oltre a essere imprenditore in prima persona, in campo immobiliare e industriale.
Coaudiuvato dal fratello Giuseppe, prima sostituto poi segretario generale, nel 1885 Besso divenne vicedirettore e subito dopo direttore, a Trieste e nel 1891 a Venezia, carica che desiderava per avere più ampia libertà di movimento e che mantenne anche da presidente. Il titolo fu ripristinato nel 1909 proprio in suo onore, a riconoscimento della sua centralità nella politica industriale della compagnia.
Nel 1874 sposò Ernesta Pesaro Maurogonato, figlia di Isacco, consigliere e direttore delle Generali a Venezia, legame che si aggiunse alla rete familiare che lo univa a numerose famiglie dell’imprenditoria ebraica triestina.
Oltre ad avere una solida preparazione scientifica (fu uno dei pochi membri esteri dell’Institute of Actuaries di Londra), che si tradusse in pubblicazioni e consulenze in materia economica per il governo italiano e viennese, era appassionato di letteratura, tanto da scrivere numerosi saggi e istituire nella bella casa in largo Argentina a Roma la fondazione omonima, ancora attiva in campo culturale. Numerosi volumi della biblioteca per i dipendenti che aveva voluto a Venezia si conservano oggi nel fondo Marco Besso della Biblioteca centrale delle Generali a Trieste.
Besso morì il 7 ottobre del 1920 a Milano, dove si trovava per presiedere ai Consigli delle compagnie figlie.
Per approfondimenti su Marco Besso: A. MILLO, Marco Besso, in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio. Ottocento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 190-195; R. SPADA, «La mia povera persona». Il fascicolo personale di Marco Besso, ibid., pp. 184-189; S. STENER, Generali Italia. Marco Besso e il progetto di una grande compagnia italiana, in Generali nella Storia. Racconti d’Archivio. Novecento, Venezia, Marsilio, 2016, pp. 80-87.